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4 ott 2013

Illiade

La nascita dei Greci e L'illiade

La Grecia come l'Italia era (è) una penisola, circondata da tre mari: Mar Mediterraneo, Mar Egeo e dal Mar Ionio.
La penisola greca gode di alte montagne ed è coperta da fitti boschi. In Grecia l'inverno è breve e piove molto; mentre in primavera e in estate piove poco e fa molto caldo. Percui i fiumi che vi scorrono sono corti e hanno poca acqua.
Gli studiosi ci dicono che la civiltà degli antichi Greci nacque dall'incontro della civiltà Cretese, con quella Micenea.
La Grecia ci ha tramandato di padre in figlio, di popolo in popolo, dei racconti orali mitologici che prendono il nome di Illiade e Odissea, scritti da un poeta cieco di nome Omero.
La datazione dell'Odissea è la continuazione dell'Illiade, tratta dalle avventure dell'eroe Ulisse (Odissei per i Greci) durante il suo lungo viaggio di ritorno verso Itaca.
L'Illiade tratta della storia di Ilio, antico nome di Troia (città sul Mar Nero), con una posizione strategica e di controllo sui commerci tra l'Europa e l'Asia. Il poema tratta della guerra decennale tra Greci e Troiani, più esattamente degli ultimi 51 giorni, dell'ultimo anno di guerra.
Tutto era però cominciato sull'Olimpo, durante una festa tra gli Déi, quando Ate, la dea della discordia, che non era stata invitata, nel mezzo della festa, si presentò con una mela d'oro, con su scritto "Alla più bella". Subito scoppiò un litigio tra Giunone, moglie di Zeus, Minerva, dea della sapienza, infine Venere, dea della bellezza. Poichè la lite non si risolveva, Zeus, capo di tutti gli déi, decide di far scendere dall'Olimpo le tre dee e sottoporre al giudizio di Paride (figlio del re di Troia, Priamo). Giunone gli disse:"Se scegli me, diverrai l'uomo più potente del mondo"; Minerva ribadì: "Se scegli me, diverrai l'uomo più sapiente del mondo"; Infine Venere ribattè:"Se scegli me, sposerai la deonna più bella del mondo". Paride scelse venere, ma Elena era già sposata con Menelao, Re di Sparta. Venere mantennè la promessa e aiutò Paride a rapire e scappare con Elena.
Ecco che Menelao giurò vendetta, dichiarando guerra a Troia e chiamando a raccolta io più valorosi re della Grecia, tra cui Agamennone, Re di Micene, Ulisse, Re di Itaca ed altri ancora. Mancava però all'appello Achille.
Achille era figlio della dea Teti (la più bella delle ninfe dei mari) e del Re greco Peleo; Achille era invulnerabile, perchè da neonato era stato immerso in una sorgente magica; unico suo punto debole era però il tallone sinistro. L'oracolo aveva predetto per Achille una vita gloriosa ma breve, percui la madre per proteggerlo lo nasconde presso un amico e affinchè nessuno lo riconosca lo fa crescere e vestire come una fanciulla. L'astuto Ulisse, per trovare Achille, si traveste da merciaio ambulante e passa di corte in corte con un sacco pieno di oggetti femminili (dove sotto nasconde una spada), ed arrivato in quella dove si trova Achille, tutte le ragazze si avvicinarono ai merletti (nastri) eccetto Achille, il quale vista la spada, lanciò un terribile grido di guerra.
I Greci sono al completo e possono salpare tutti alla volta di Troia.
Così durante il decimo anno di guerra, destino vuole, che scoppì una pestilenza nel campo dei Greci. L'indovino Calcante, rivela ad Achille che la pestilenza era stata portata da Apollo (dio della musica) poichè Criseide, la figlia di un suo sacerdote, era stata rapita da Agamennone. Agamennone promise di restituire la donna, solo se Achille gli dà in cambio la sua più bella Briseide. Achille accetta mal volentieri, ma si ritira nella sua tenda e decide di non partecipare più alla guerra, anzi prega la madre Teti di chiedere a Zeus di appoggiare i Troiani.

Nel frattempo si sta preparando alla battaglia un altro eroe Troiano: Ettore, fratello di Paride, figlio di Priamo.

Prima di iniziare i combattimenti, Ettore, saluta la moglie Andromeca; e benedice il suo figlioletto. Intanto l'esercito troiano, comandato da Ettore, ottiene una serie di vittorie e sta per sbaragliare i Greci, bruciando le loro navi, quando Patroclo, l'amico più caro di Achille, gli chiede di tornare a combattere. Achille si rifiuta, ma gli dà la sua armatura, assieme alle sue armi.

Patroclo, con le armi di Achille, si getta in battaglia; i troiani, pensando sia ritornato Achille, fuggono spaventati; Patroclo si lancia al loro inseguimento fino a che non giunge a quello con Ettore. Ettore lo affronta valorosamente e uccide Patroclo, spogliandone il corpo dell'armatura che indossa come segno di vittoria. Achille, dal campo Greco, saputo che è stato ucciso il suo miglior amico, decide da solo di tornare a combattere, per vendicarne la morte.
Teti allora si rivolse a Vulcano (Dio del Fuoco), affinchè prepari al figlio le armi più potenti che avesse mai forgiato prima. Tutta la notte la dimora degli Dei, risuona del battere del martello di Vulcano, sull'indudine, per preparare le terribili armi di Achille: Gambali nuovi, una corazza, due spade, un elmo tutto ornato di chiome equine oltre a uno smisurato scudo su cui erano sati scolpiti, un anello completamente d'oro, con intorno rappresentato: l'universo, la Terra, il mare, il cielo, il Sole, la Luna, le costellazioni delle Pleiadi e l'Orsa Maggiore).
Tornato in battaglia, Achille fa strage di tutti i Troiani che incontra; ma è solo uno che vuole: Ettore. I due si scontrano in battaglia.
Ferito a morte, Ettore viene legato ad una fune al carro di Achille e trascinato nella polvere, quando il vecchio Re Priamo si presenta in ginocchio, davanti ad Achille, affinchè gli restituisca il corpo di suo figlio. Il cadavere di Ettore viene  collocato su una pira funeraria e gli viene dato fuoco; mentre tutti guardano alte le fiamme, essi non riescono a togliersi dal cuore il presentimento dell'ormai prossima fine. Il Poema, cioè L'Illiade si conclude con i giochi funebri in onore di Ettore.

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