La Polis/Le Poleis
Athene/Sparta
Gli antichi Greci non formarono mai un unico, vero e proprio Stato (come lo intendiamo noi); infatti tutte le città della Grecia erano indipendenti l'una dall'altra; per questo, continuavano a farsi guerra tra loro.
Città in greco si dice "Polis" (prurale "Poleis"), la polis non era altro che una città-stato, comprendente uno specifico Re, specifiche leggi, specifici spazi urbani e specifici territori interni.
Athene e Sparta, furono le poleis più importanti dell'antica Grecia, sebbene molto diverse fra loro. Le poleis però avevano due cose in comune: gli stessi Déi e parlavano tutte la stessa lingua.
Sparta/La polis
A Sparta vigeva un governo oligarchico (governo dei pochi). A capo della polis, vi erano due Re che erano anche i due comandanti supremi più importanti dell'esercito; i Re erano aiutati da un piccolo gruppo di aristocratici chiamati spartiati (cittadini nobili). Gli spartiati avevano il compito di difendere la polis e costituivano la parte più forte dell'esercito.
Fin da bambini infatti essi non vivevano con le famiglie, ma tutti assieme nei gimnasi dove si allenavano quotidianamente sotto una disciplina molto severa e rigida di sopravvivenza.
Era dunque la polis a decidere se il nascituro avrebbe avuto il diritto di vivere o se doveva venire soppresso (ucciso), in genere per qualche malformazione fisica.
Dal settimo anno di età, i figli maschi, venivano sottratti alla madre, per ricevere un durissimo allenamento che li avrebbe trasformati in abilissimi guerrieri, che sarebbero vissuti nel mito dell'efficienza fisica per tutta la vita; chi non si impegnava negli esercizi fisici tendeva all'obesità e veniva punito con un giudizio di infamia e di discriminazione.
Gli spartiati avevano un aspetto estetico molto uniforme; ogni soldato doveva portare barba e capelli lunghi, ma sempre molto curati; sul corpo si spalmavano spesso dell'olio, per dar più risalto alla muscolatura e quindi al corpo che veniva perfettamente depilato, grazie a delle tavole imbevute di cera d'api.
Coloro che provvedevano al mantenimento, alla sopravvivenza e lavoravano per gli spartiati, in Grecia erano chiamati ilioti, i quali non godevano di alcun diritto politico e vivevano come schiavi, tutti assieme, controllati e supervisionati in speciali ambienti creati per loro.
Infine vi erano i perieci, che vivevano relegati nei territori intorno alla polis; non potevano governare, ma erano persone libere, in genere erano commercianti e gli artigiani della città; se scoppiava una guerra, tra i perieci, dovevano andare a combattere.
Athene/la polis
In un primo periodo ad Athene, governava la città un Re; col passare del tempo, i nobili della polis. Ma dal 509 A.C. però, tutti i cittadini in Athene, poveri o ricchi che fossero potettero partecipare al governo dello stato, potendo aderire col proprio voto alle decisioni che riguardavano tutta la città, prendendo assieme i provvedimenti sulle cose da fare.
Il tutto avvenne grazie a un aristocratico di nome Clistene, il quale, nel 509 A.C. conquistò il potere grazie all'appoggio popolare, avviando una riforma politica, dando appunto il potere al Démos (popolo); Clistene dette la cittadinanza a molta gente in Athene, escludendo dal governo i cittadini stranieri, gli schiavi, le donne.
La seconda istituzione apportata da Clistene fu in Athene l'ecclesia o assemblea del Popolo, di tutti i cittadini che avevano compiuto vent'anni.
In assemblea, si votava dall'alba al tramonto (metà giornata per i casi più semplici e più rapidi).
L'ecclesia decideva della guerra, della pace, delle alleanze con le altre città; eleggeva e sceglieva gli uomini più capaci chiamati "strateghi", che avevano il compito di comandare l'esercito in caso di guerra e eleggeva anche gli "arconti" che amministravano la giustizia e controllavano che fossero rispettate le leggi.
Nel V secolo A.C., l'assemblea passò dal centro della polis, su una collina detta della "Pnice", un sito più adatto per essere protetto, per via del luogo naturale senza vie d'accesso non controllate.
Era in grado di raccogliere circa 20.000 persone.
La convocazione dell'assemblea avveniva in genere con quattro giorni d'anticipo, per permettere a chi veniva da lontano, di potervi partecipare.
Aristofane (poeta), ci dice che spesso, anche le donne partecipavano all'assemblea: riempivano le zuppe, del pranzo o della cena, con il sonnifero, addormentando i propri mariti, poi travestendosi da uomini, partivano presto la mattina, per recarsi in assemblea.
L'ordine del giorno, veniva esposto sull'altare degli Dei.
Durante le elezioni dei candidati dell'assemblea, solo gli stateghi e gli arconti venivano scelti con estrazione a sorte.
Si dovevano evitare nell'assemblea determinate categorie di persone; il legislatore:
In assemblea, si votava dall'alba al tramonto (metà giornata per i casi più semplici e più rapidi).
L'ecclesia decideva della guerra, della pace, delle alleanze con le altre città; eleggeva e sceglieva gli uomini più capaci chiamati "strateghi", che avevano il compito di comandare l'esercito in caso di guerra e eleggeva anche gli "arconti" che amministravano la giustizia e controllavano che fossero rispettate le leggi.
Nel V secolo A.C., l'assemblea passò dal centro della polis, su una collina detta della "Pnice", un sito più adatto per essere protetto, per via del luogo naturale senza vie d'accesso non controllate.
Era in grado di raccogliere circa 20.000 persone.
La convocazione dell'assemblea avveniva in genere con quattro giorni d'anticipo, per permettere a chi veniva da lontano, di potervi partecipare.
Aristofane (poeta), ci dice che spesso, anche le donne partecipavano all'assemblea: riempivano le zuppe, del pranzo o della cena, con il sonnifero, addormentando i propri mariti, poi travestendosi da uomini, partivano presto la mattina, per recarsi in assemblea.
L'ordine del giorno, veniva esposto sull'altare degli Dei.
Durante le elezioni dei candidati dell'assemblea, solo gli stateghi e gli arconti venivano scelti con estrazione a sorte.
Si dovevano evitare nell'assemblea determinate categorie di persone; il legislatore:
- Non doveva aver mai in vita sua compiuto azioni illegali.
- Non doveva avere cause in corso.
- Non doveva aver maltrattato i suoi genitori.
- Non doveva mai aver insultato gli Dei.
- Era un disertore colui che si era prostituito in cambio di soldi o era diventato l'amante di qualcuno
- Non doveva aver speso tutto il patrimonio paterno.
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