Guerre Greco-Persiane
La Grecia, durante il V secolo a.c., affrontò l'impero Persiano, attraverso due grandi conflitti a distanza di dieci anni l'uno dall'altro; scontri dunque tra Oriente e Occidente, con continue ritorsioni tra mondo Greco e mondo Persiano.
Così nella Prima guerra Greco-Persiana (490 a.c.), gli Ateniesi al comando del generale Milziade, sconfissero l'esercito del Re Persiano Dario I che in quell'anno aveva invaso l'Attica (Nord-Est della Grecia).
Nel 480 a.c., invece, si combattè la Seconda guerra Greco-Persiana: la flotta Ateniese stavolta comandata dal generale Temistocle, sconfisse a Salamina quella del Re Serse, mentre al passo delle Termopili, il Re Spartano Leonida, ritardava l'avanzata dei Persiani.
Subito dopo le riforme di Clistene, nel 500 a.c., vi furono pesanti scontri bellici tra Greci e Persiani; le poleis infatti rischiavano di finire sotto il dominio dei persiani che si stavano espandendo sempre di più. Volendo infatti, il Re Persiano Dario I conquistare la Grecia, a quei tempi divisa, nel 494 a.c., con la sua flotta distrusse completamente la polis di Mileto (sotto Troia), deportando tutti i sopravvissuti come schiavi nel suo paese.
Due anni dopo nel 492 a.c., sempre Dario I, guidò una spedizione questa volta in Macedonia e la sottomise.
Visti i precendenti successi nel 491 a.c., Dario I, inviò i suoi emissari in tutte le poleis della Grecia, per chiedere in dono "terra e acqua", in segno di sottomissione al Re; quasi tutte le poleis obbedirono senza discutere nè sbatter ciglio, eccetto Atene e Sparta.
Così, nel Settembre del 491 a.c., la flotta Persiana, dopo aver raso al suolo Eretria, gettò le ancore sulla costa di Maratona, a pochi Km da Atene.
Ma gli Ateniesi al comando del generale Milziade, schieratisi sulle colline della città con 9.000 Opliti (soldati/fanti), dopo aver chiesto soccorsi a Platea e a Sparta, i cui aiuti non arrivarono in tempo per via di una festa religiosa, Milziade, con un attacco improvviso, nella "piana di Maratona", riuscì a sconfiggere il potente esercito nemico preso alla sprovvista, che si ritirò rientrando in Persia.
La Seconda Guerra - Persiana (Temistocle/Leonida/Serse)
Mentre si stava preparando per assediare di nuovo la Grecia, Dario I morì all'improvviso ed al trono di Persia succedette il figlio primogenito Serse I, il quale riprese i preparativi per l'invasione.
Ed ecco dall'Ellesponto (Stretto dei Dardanelli), venne costruito un enorme ponte, per permettere all'esercito Persiano di arrivare in Europa agevolmente.
Così, nel 480 a.c., completati i preparativi, l'armata di Serse I, si mise in marcia, procedendo lentamente attraverso la Tracia (Bulgaria) e la Macedonia.
La notizia dell'imminente arrivo dei Persiani giunse in Grecia ad agosto. Dal canto loro, anche i Greci si stavano preparando alla guerra, infatti due anni prima (482 a.c.), fu presa la decisione, sotto la guida dell'Ateniese Temistocle, di costruire una massiccia flotta di oltre cento navi, che sarebbe servita loro nella lotta contro il nemico; non avendo però gli Ateniesi uomini a sufficienza, essi chiesero a tutti i Re della Grecia di unirsi, per organizzare la difesa della Patria.
Finalmente, nell'autunno del 481 a.c., a Corinto, un'assemblea di tutte le Poleis della Grecia si riunì per due settimane.
Il piano di battaglia presentato da Temistocle, a tutti i rappresentanti delle città-stato, aveva una duplice strategia: venendo da Sud, l'esercito di Serse I, sarebbe dovuto passare per forza attraverso lo stretto "Passo delle Termopili"; qua i Persiani sarebbero caduti in trappola più facilmente, mentre la flotta delle cento navi gli avrebbe aspettati in fuga sotto le Termopili nello "Stretto dell'Artemisio".
L'armata navale fù lo strumento di trasformazione dei Greci (fino ad allora avevano sempre combattuto a cavallo), adesso Atene in testa stava diventando una super-potenza navale, grazie alla nascita della Lega marittima "Dedalo-Attica".
Il comando militare della Lega venne affidato ad Atene, sull'isola di Delo, luogo ideale come sede, sia per la posizione geografica, sia per la presenza del tempio dedicato ad Apollo, dove venne depositato il tesoro della Lega: ogni anno i federati dell'assemblea delle Poleis, dovevano versare un contingente navale (nave o parte di essa), chi non fosse stato in grado di fornirlo avrebbe dovuto pagare una multa in danaro.
Atene si assunse il controllo del tesoro della Lega; percui la città cercò di imporre la propria egemonia sulle altre Poleis: da qui tutta una serie di lotte civili e di rivolte da parte degli Alleati, represse con sanguinose stragi di cittadini; Temostocle (generale), infatti, costruì una cinta muraria intorno alla Polis di Atene, fortificò il "Porto di Pireo" e subito gli Alleati lo accusarono di aver usato i soldi del patrimonio, per abbellire la città e i propri interessi.
A metà agosto del 480 a.c., l'esercito Persiano fu avvistato nel "Golfo di Malia" mentre si stava avvicinando alle Termopili.
Il numero di soldati che Serse I radunò è sempre stato oggetto di dibattiti senza fine da parte degli storici.
Erodoto (storico antico), sosteneva che in Grecia stessero arrivando due milioni e mezzo di soldati, accompagnati da un numero equivalente di personale di supporto (schiavi, scudieri, ecc..), lo storico Simonide parlò invece di quattro milioni; Tesia sostenne che il numero degli uomini era di 800.000 unità.
Gli studiosi moderni tendono a rifiutare le cifre forniteci da Erodoto e degli altri scrittori, essendo tutti Greci, essi tendevano sicuramente a esagerare; oggi gli studiosi sono quasi tutti concordi che i Persiani fossero poco più alle 700.000 unità, escluso il personale di supporto di circa 300.000 persone. Gli studi fatti, recentemente, prevengono dal numero dei censimenti di allora in Persia.
Riguardo invece la quantità degli Spartani, vi è altrettanta confusione ed ambiguità nelle cifre pervenuteci; l'unico più attendibile è "Diodoro Siculo" che già allora scriveva: "Temistocle, quando ricevette la nomina, incaricò Leonida (Re di Sparta) di accompagnarlo nella campagna alle Termopili solo un migliaio di uomini; partirono infatti un migliaio di Greci e con loro trecento Spartiati".
Serse I, dunque, stava iniziando la sua marcia contro i Greci, con le truppe di terra, lungo le coste dell'Egeo, mentre la sua flotta, parallelamente, riforniva l'esercito.
Secondo Erodoto le navi Persiane erano 1200 assieme a quelle dei suoi alleati tra cui trecento navi Fenicie (Libano); duecento Egiziane; centocinquanta da Cipro; duecento dalla Cilicia; cento dall'Ellesponto (Turchia); settanta dalla Caria (Rodi) e le restanti centottanta dalle isole dell'Egeo.
Sempre secondo Erodoto oltre a quello navi ve n'erano altre 3000 più piccole per il trasporto delle vettovaglie. Ma queste navi da guerra (La Triremi) era un tipo di nave usata da tutti i popoli antichi, che usava come propulsione, tre file di rematori, disposte sulle due fiancate della nave; dotata di un solo albero.
Questo tipo di imbarcazione issava la sua vela rettangolare o triangolare in tempi di pace; ma veniva poi ripiegata, nei periodi di guerra, durante gli scontri armati. La lunghezza era di media 39 m; la larghezza non superava mai i 6 m; sulla prua, nella parte inferiore, un rostro, cioè uno sperone di legno, rivestito di bronzo, dalle lame taglienti serviva a sfondare e ad affondare le navi nemiche.
Le triremi contavano un equipaggio di circa duecento uomini, tra cui 160 rematori: su tre file sfalsate di livello; dieci marinai per la manovra delle vele; cinque ufficali; 14 fanti di
marina; dieci opliti (fanti) e quattro arcieri.
I vogatori non erano schiavi ma cittadini poveri, altamente addestrati, i quali durante le battaglie, completamente ignudi, sviluppavano il massimo della potenza, grazie all'impeto e alla loro forza.
Lo scontro navale avvenne presso "Capo Artemisio", tra la flotta dei Persiani e quello dei Greci. La tattica degli Ateniesi prevedeva di trattenere i nemici via terra, presso lo stretto "passo delle Termopili"; poi attaccare via mare, permettendo così alle Poleis di allestire un più vasto numero possibile di uomini.
Così, un piccolo contingente di truppe Greche, comandato dal Re Spartano Leonida, fu in grado di bloccare per tre giorni l'esercito Persiano (gli Spartani erano pronti a sacrificare la propria vita, pur di non perder la Patria, comprese le mogli e i figli, ma sopratutto la libertà).
La responsabilità di Re Leonida era immensa; se fossero cadute le Termopili, la Grecia sarebbe stata subito invasa. Gli Spartani allora costruirono un muro alto con i cadaveri degli esploratori Persiani, costringendo l'esercito nemico ad infilarsi nella stretta gola delle Termopili.
Ma Serse I dopo un tradimento da parte di un Greco, prese alle spalle l'esercito Greco raggirandolo grazie ad un passaggio segreto. La marina Greca comandata, da Temistocle, saputa la notizia della catastrofe alle Termopili, saputo che Leonida era morto, videro pian piano i Persiani riversarsi dentro Atene.
Così venne dato l'ordine di ritirarsi e la flotta Greca si diresse verso l'isola di Salamina (Settembre 480 a.c.).
I Persiani, dopo essere entrati in Atene, precedentemente evacuata, mentre stavano attaccando la flotta Greca, Temistocle, con uno stratagemma e grazie ad una tempesta, evidentemente provocata dagli Déi, durante la notte incendiò duecento navi Persiane; Serse I, che dalla terraferma osservava la scena, temendo di rimanere bloccato in Europa, poichè gli era arrivata la notizia che le altre Poleis si erano alleate, si ritirò con gran parte del suo esercito, dopo aver perso molti uomini per via della malaria, e lasciò da solo il generale Mardonio da solo a combattere.
L'anno successivo, l'esercito Greco comandato da Pausania, successore di Leonida, sconfisse definitivamente i Persiani nella "Battaglia di Platea" (20 Agosto 471 a.c.), cacciando per sempre i nemici Persiani.
Atene si assunse il controllo del tesoro della Lega; percui la città cercò di imporre la propria egemonia sulle altre Poleis: da qui tutta una serie di lotte civili e di rivolte da parte degli Alleati, represse con sanguinose stragi di cittadini; Temostocle (generale), infatti, costruì una cinta muraria intorno alla Polis di Atene, fortificò il "Porto di Pireo" e subito gli Alleati lo accusarono di aver usato i soldi del patrimonio, per abbellire la città e i propri interessi.
A metà agosto del 480 a.c., l'esercito Persiano fu avvistato nel "Golfo di Malia" mentre si stava avvicinando alle Termopili.
Il numero di soldati che Serse I radunò è sempre stato oggetto di dibattiti senza fine da parte degli storici.
Erodoto (storico antico), sosteneva che in Grecia stessero arrivando due milioni e mezzo di soldati, accompagnati da un numero equivalente di personale di supporto (schiavi, scudieri, ecc..), lo storico Simonide parlò invece di quattro milioni; Tesia sostenne che il numero degli uomini era di 800.000 unità.
Gli studiosi moderni tendono a rifiutare le cifre forniteci da Erodoto e degli altri scrittori, essendo tutti Greci, essi tendevano sicuramente a esagerare; oggi gli studiosi sono quasi tutti concordi che i Persiani fossero poco più alle 700.000 unità, escluso il personale di supporto di circa 300.000 persone. Gli studi fatti, recentemente, prevengono dal numero dei censimenti di allora in Persia.
Riguardo invece la quantità degli Spartani, vi è altrettanta confusione ed ambiguità nelle cifre pervenuteci; l'unico più attendibile è "Diodoro Siculo" che già allora scriveva: "Temistocle, quando ricevette la nomina, incaricò Leonida (Re di Sparta) di accompagnarlo nella campagna alle Termopili solo un migliaio di uomini; partirono infatti un migliaio di Greci e con loro trecento Spartiati".
Serse I, dunque, stava iniziando la sua marcia contro i Greci, con le truppe di terra, lungo le coste dell'Egeo, mentre la sua flotta, parallelamente, riforniva l'esercito.
Secondo Erodoto le navi Persiane erano 1200 assieme a quelle dei suoi alleati tra cui trecento navi Fenicie (Libano); duecento Egiziane; centocinquanta da Cipro; duecento dalla Cilicia; cento dall'Ellesponto (Turchia); settanta dalla Caria (Rodi) e le restanti centottanta dalle isole dell'Egeo.
Sempre secondo Erodoto oltre a quello navi ve n'erano altre 3000 più piccole per il trasporto delle vettovaglie. Ma queste navi da guerra (La Triremi) era un tipo di nave usata da tutti i popoli antichi, che usava come propulsione, tre file di rematori, disposte sulle due fiancate della nave; dotata di un solo albero.
Questo tipo di imbarcazione issava la sua vela rettangolare o triangolare in tempi di pace; ma veniva poi ripiegata, nei periodi di guerra, durante gli scontri armati. La lunghezza era di media 39 m; la larghezza non superava mai i 6 m; sulla prua, nella parte inferiore, un rostro, cioè uno sperone di legno, rivestito di bronzo, dalle lame taglienti serviva a sfondare e ad affondare le navi nemiche.
Le triremi contavano un equipaggio di circa duecento uomini, tra cui 160 rematori: su tre file sfalsate di livello; dieci marinai per la manovra delle vele; cinque ufficali; 14 fanti di
marina; dieci opliti (fanti) e quattro arcieri.
I vogatori non erano schiavi ma cittadini poveri, altamente addestrati, i quali durante le battaglie, completamente ignudi, sviluppavano il massimo della potenza, grazie all'impeto e alla loro forza.
Lo scontro navale avvenne presso "Capo Artemisio", tra la flotta dei Persiani e quello dei Greci. La tattica degli Ateniesi prevedeva di trattenere i nemici via terra, presso lo stretto "passo delle Termopili"; poi attaccare via mare, permettendo così alle Poleis di allestire un più vasto numero possibile di uomini.
Così, un piccolo contingente di truppe Greche, comandato dal Re Spartano Leonida, fu in grado di bloccare per tre giorni l'esercito Persiano (gli Spartani erano pronti a sacrificare la propria vita, pur di non perder la Patria, comprese le mogli e i figli, ma sopratutto la libertà).
La responsabilità di Re Leonida era immensa; se fossero cadute le Termopili, la Grecia sarebbe stata subito invasa. Gli Spartani allora costruirono un muro alto con i cadaveri degli esploratori Persiani, costringendo l'esercito nemico ad infilarsi nella stretta gola delle Termopili.
Ma Serse I dopo un tradimento da parte di un Greco, prese alle spalle l'esercito Greco raggirandolo grazie ad un passaggio segreto. La marina Greca comandata, da Temistocle, saputa la notizia della catastrofe alle Termopili, saputo che Leonida era morto, videro pian piano i Persiani riversarsi dentro Atene.
Così venne dato l'ordine di ritirarsi e la flotta Greca si diresse verso l'isola di Salamina (Settembre 480 a.c.).
I Persiani, dopo essere entrati in Atene, precedentemente evacuata, mentre stavano attaccando la flotta Greca, Temistocle, con uno stratagemma e grazie ad una tempesta, evidentemente provocata dagli Déi, durante la notte incendiò duecento navi Persiane; Serse I, che dalla terraferma osservava la scena, temendo di rimanere bloccato in Europa, poichè gli era arrivata la notizia che le altre Poleis si erano alleate, si ritirò con gran parte del suo esercito, dopo aver perso molti uomini per via della malaria, e lasciò da solo il generale Mardonio da solo a combattere.
L'anno successivo, l'esercito Greco comandato da Pausania, successore di Leonida, sconfisse definitivamente i Persiani nella "Battaglia di Platea" (20 Agosto 471 a.c.), cacciando per sempre i nemici Persiani.
Video riassuntivo e storico
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