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26 nov 2013

Leggi di Keplero/La Terra

Le leggi di Keplero

La prima legge afferma che:
« L'orbita descritta da un pianeta è un'ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi»
La seconda legge afferma che:
« Il segmento (raggio vettore) che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in tempi uguali. » 
Il punto sull'orbita in cui i pianeti sono più vicini al Sole si chiama "Perielio".
La terza legge afferma che:
<< Il quadrato dei tempi che i pianeti impiegano a percorrere le loro orbite sono proporzionali ai cubi delle loro distanze medie dal sole>>.
Il rapporto tra il cubo del semiasse maggiore dell'orbita e il quadrato del periodo di rivoluzione è lo stesso per tutti i pianeti (T^2=KxR^3).

Il tempo impiegato a compiere un giro completo dell'orbita, intorno al sole, viene detto "periodo di Rivoluzione" (Gaia=365 giorni).


Legge di gravitazione universale

Due corpi si attraggono in maniera direttamente proporzionale alle loro masse; si attraggono in maniera inversalmente proporzionale al quadrato della loro distanza.
          M1xM2
F=Gx-------
            d^2
 La Terra/Coordinate

Equatore divide la Terra in due emisferi uguali detti australe (Sud) e boreale (Nord).
Equatore è il parallelo di riferimento.
180 meridiani
180 anti meridiani. 
La Terra è un Geoide schiacciata ai poli e larga all'equatore.

Moto di Rotazione Terrestre

Le conseguenze di questo moto su Gaia sono:
  1. L'alternanza del giorno e della notte.
  2. La Forza Centrifuga.
  3. La Forza Apparente di Corionis.
 
1- Si forma un circolo di illuminazione. In aggiunta vi è una zona parzialmente illuminata dai raggi refratti dall'atmosfera chiamata crepuscolo (sulla luna assolutamente NO, poichè manca l'atmosfera).
 




 
2- Quando un oggetto e sottoposto a rotazione, subisce la Forza Centrifuga. E' massima al centro è perpendicolare all'asse di rotazione terrestre. Valore Fcentrifuga= Max all'equatore, Min ai poli.




 
3- A causa della Rotazione terrestre, un corpo che si muove liberamente sulla Terra (Es: un aereo che va dall'equatore al polo Nord) viene deviato dalla traiettoria iniziale e sembra compiere un moto curvo. Interessa anche le correnti d'aria e le correnti marine.


Moto di Rivoluzione
 
Le conseguenze del moto di Rivoluzione sono:
  1. Diversa durata del giorno e della notte durante l'anno
  2. Esistenza delle stagioni
1- Equinozio di Primavera (21 Marzo); Equinozio d'Autunno (22 settembre).
I raggi sono perfettamente paralleli all'asse dell'equatore.
Circolo di illuminazione passa per i poli.
Ore del giorno sono uguali alle Ore della notte. Sono unite dalla linea degli equinozi.
 
Solstizio d'Estate (21 Giugno); Solstizio d'Inverno (21 Dicembre).
Il moto di rivoluzione causa una diversa insolazione della superficie terrestre. Equatore: maggiore insolazione; Poli: minor insolazione.
Si distinguono cinque diverse zone astronomiche, a seguire:
  1. Equatoriali: c'è solo secco o piovoso.
  2. Temperate: ci sono le quattro stagioni.
  3. Poli: Inverno molto freddo, Estate mite. 

Galassia/Sistema Solare/Pianeti

Galassie

Le galassie sono ammassi di stelle. La via Lattea conta almeno 100 milioni di stelle.
Ci sono almeno quattro tipi di galassie, classificate in base alla forma: Ellittiche, spirale barrata, a spirale, irregolari.
Per misurare la distanza tra i pianeti e le galassie si usa come unità di misura il giorno luce. 
Più galassie si riuniscono in un insieme chiamato gruppo locale
Nell'universo osservabile sono presenti probabilmente più di 100 miliardi di galassie; gran parte di esse ha un diametro compreso fra 1000 e 100.000 parsec e sono di solito separate da distanze dell'ordine di milioni di parsec (megaparsec, Mpc). Lo spazio intergalattico è parzialmente colmato da un tenue gas, la cui densità è inferiore ad un atomo al metro cubo. La maggior parte delle galassie sono disposte nell'Universo organizzate secondo precise gerarchie associative, dalle più piccole associazioni, formate da alcune galassie, agli ammassi, ai più imponenti superammassi galattici. Queste grandi strutture sono di solito disposte all'interno di enormi correnti (come la cosiddetta Grande Muraglia) e filamenti, che circondano immensi vuoti dell'Universo.

Sistema Solare/Pianeti/Meteore

Il Sistema Solare è composto dal Sole, da 9 pianeti (tra i quali la Terra) e da un insieme di tantissimi corpi celesti minori, le comete e gli asteroidi, dei quali non si conosce il numero. Pianeti, asteroidi e comete ruotano tutti intorno al Sole, ciascuno lungo un'orbita diversa: un'ellisse, della quale il Sole occupa uno dei fuochi. 
I pianeti sono corpi rocciosi o fluidi molto grandi, di forma circa sferica. Mentre percorrono la loro orbita intorno al Sole, essi ruotano contemporaneamente attorno al proprio asse; è come quando calci un pallone ed esso si mette a ruotare su se stesso mentre si muove in orizzontale.
Ogni corpo rotante è soggetto alla forza centrifuga, la stessa che ti spinge verso l'esterno quando ti trovi su una giostra in movimento. Questa forza può deformare un corpo schiacciandolo: maggiore è la velocità di rotazione, maggiore è lo schiacciamento.
Più un pianeta è grande e più rapidamente ruota su se stesso. Per questo motivo i pianeti più grandi sono anche quelli più schiacciati.
I pianeti si possono suddividere in due modi. La prima suddivisione riguarda la loro distanza dal Sole. Si distingue tra i pianeti interni, cioè i più vicini, e quelli esterni, i più lontani. Tra i pianeti interni, troviamo nell'ordine: Mercurio (il più vicino al Sole), Venere, la Terra e Marte. I pianeti esterni sono invece il gigante Giove, Saturno, Urano, Nettuno ed infine il lontanissimo Plutone. 
L'altro modo in cui di solito i pianeti vengono suddivisi riguarda la loro composizione. Forse sei abituato a pensare ad un pianeta come ad un corpo roccioso come la Terra su cui vivi, ma non tutti i pianeti sono così. In realtà, soltanto i pianeti interni e Plutone sono solidi e quindi possiedono una superficie ben definita. Per questo motivo si chiamano anche pianeti rocciosi.I pianeti rocciosi sono anche molto più piccoli e densi degli altri.
Gli altri pianeti, i più grandi, sono costituiti da un piccolo nucleo solido centrale, ricoperto da uno strato fluido molto spesso, il quale a sua volta è circondato da un involucro di gas. Questi pianeti vengono detti quindi pianeti gassosi o giganti e non possiedono una superficie come la Terra.
Molti pianeti possiedono a loro volta dei satelliti, corpi rocciosi più piccoli che vi orbitano intorno. Il satellite più famoso è quello della Terra: la Luna. Alcuni pianeti hanno anche degli anelli; il più maestoso insieme di anelli è quello che circonda Saturno.
Gli anelli sono composti da una miriade di minuscoli frammenti di roccia e ghiaccio, che ruotano attorno al pianeta tutti insieme, formando così una specie di fascia, larga e sottile.
Il Sole e i pianeti non sono gli unici componenti del Sistema Solare. Esso comprende una miriade di altri corpi più piccoli e si estende ben oltre l'orbita di Plutone.
Questi corpi minori del Sistema Solare sono le comete, gli asteroidi e le meteoriti. Si tratta di piccole rocce, o nel caso delle comete di un miscuglio di roccia e ghiaccio. Gli scienziati credono che gli asteroidi e le comete si siano formati insieme ai pianeti.
 
 
 
 
 
 
 

23 nov 2013

Chimica/atomo/materia/sostanze

Chimica

La chimica è lo studio della materia.
La materia è tutto ciò che ha massa e occupa un volume.

La materia ha dei passaggi di stato fisici:

                      --FUSIONE->               --EVAPORIZZAZIONE-->
SOLIDO<----------->LIQUIDO<------------>GASSOSO
            <--SOLIDIFICAZIONE--          <--CONDENSAZIONE--

                     --SUBLIMAZIONE->          --CRISTALIZZIONE->
SOLIDO----------->GASSOSO----------->SOLIDO

La materia si compone di atomi (parte più
piccola in cui si scompone la materia), che unendosi fra di loro formano le molecole.

La molecola è la parte più piccola con cui possiamo scomporre una sostanza e che continui a mantenere le sue caratteristiche. (H-2-O, se rompiamo i "legami" non è più acqua, ma diventa H e O ben separato).

L'atomo è formato da un nucleo, al cui interno ci sono i Protoni (+) e i Neutroni (=). Intorno ad esso girano vorticosamente gli Elettroni (-), in numero pari ai protoni per bilanciare la loro carica in un atomo neutro.

Poi ci sono gli isotopi, che sono atomi dello stesso elemento ma con massa diversa. (es: 3 gemelli uguali , ma con diverso peso).

Gli elementi sono tutti ordinati nella "Tavola periodica", una sorta di carta d'identità. Essa si legge da sx verso dx. Ogni elemento ha dei dati: il nome (sigla: H=idrogeno), il numerino in alto è il numero atomico (rappresenta il numero di protoni). In basso vi è il numero di massa, la somma di neutroni e protoni, gli elettroni pesano molto poco, 2000 volte più piccolo di un protone.

Il peso di un atomo si misura in unità di massa atomica (uma); si è preso l'atomo di Carbonio-12 come isotopo standard e lo si è diviso in dodici parti (come spicchi d'arancia). Quindi l'idrogeno che ha massa 1, è uguale a 1/12 del carbonio-12.

Le molecole possono creare sostanze pure o miscele; le miscele possono essere Omogenee o Eterogenee.

Miscele Omogenee: sono sostanze che non vediamo divise a occhio nudo. Ha una sola fase (non c'è confine tra le sostanze visibile, acqua + sale + alcool).
Miscele Eterogenee: sono sostanze che vediamo divise a occhio nudo. Ha diverse fasi (confine tra le sostanze visibile, acqua + sabbia + olio).

Ogni sostanza ha una propria formula: H2O ci indica
1-Da cosa è formata l'acqua (ossia da H e O)
2-Da quanto è formata l'acqua (ossia 2 atomi di H e uno di O)

Tutte le miscele eterogenee o omogenee si possono dividere con alcune tecniche fisiche:

1-FILTRAZIONE (si separano le sostanze con un filtro)
2-DECANTAZIONE  (si aspetta che le sostanze  si depositino)
3-DISTILLAZIONE (si dividono le sostanze facendo bollire un miscuglio e raccogliendo la singola sostanza evaporata in un recipiente con un tubo refrigerato)
4-EVAPORAZIONE (l'acqua bolle, evapora e lascia il sale sul fondo)
5-CENTRIFUGAZIONE (si dividono le sostanze con la forza centrifuga)
6-CROMATOGRAFIA (si deposita una sostanza su un materiale che viene immerso in un solvente; a seconda di come il solvente trascina la sostanza si capisce l'identità della sostanza.

Le sostanze pure (acqua di sorgente) non si possono dividere tramite mezzi fisici, ma solo mediante mezzi chimici (reazioni chimiche di decomposizione. Es: elettrolisi).

14 nov 2013

Odissea

Odissea

Nell'Odissea, si parla di un certo Odisseo (Ulisse), in cui vengono narrati i fatti accaduti al nostro eroe nei dieci anni di tempo intercorsi tra la fine della guerra di Troia ed il suo rientro ad Itaca. L'Odissea è divisa in 24 libri (canti), per un totale di 12.000 esametri (verso di sei sillabe). Il poema possiamo dividerlo in tre parti (atti): 1-Telemachia (vicende di Telemaco); 2-I viaggi per mare di Ulisse; 3-Il ritorno di Ulisse ad Itaca. 
Nel 700 a.c. dunque Telemaco decide di partire alla ricerca del padre Ulisse, andatosene da Itaca, l'isola in cui era Re, per andar a combattere la guerra di Troia, scoppiata perchè Paride aveva rapito Elena, moglie di Menelao, il quale assieme ad Agamennone suo fratello, aveva innescato la lotta armata (Itaca è un'isoletta ancora esistente in Grecia).
Intanto, il nostro Ulisse, lontano da Itaca, sta lottando in mare aperto per la sopravvivenza, e lo vediamo sotto una tempesta scatenata da Poseidone, che lo vuole morto, perchè ha accecato Polifemo (Ciclope); quando, finalmente, il nostro Ulisse approda con la zattera sull'isola dei Feaci, un reame pacifico dove viene accolto dalla bellissima Nausicaa che lo guida al palazzo dal Re, suo padre Alcinoo.
Davanti al quale Ulisse si presenta dicendo di essere un marinaio scampato al naufragio. Ma durante il banchetto fatto in suo onore, davanti a tutta la corte di Alcinoo, Ulisse svelerà la sua vera identità e racconterà a tutti i fatti successigli durante i dieci anni trascorsi in mare da quando aveva lasciato Troia.
Troia dunque, la cui guerra era scoppiata nel 1200 a.c., era una ricca città fortificata, situata presso lo stretto dei Dardanelli in Turchia. Troia era allora il punto chiave tra oriente ed occidente; era il luogo di pagamenti di onerosi dazi e da più di duemila anni controllava le navi che si fermavano presso il suo porto, prima che si dirigessero in Europa.
Ulisse dopo aver costruito un grande cavallo di legno lasciato fuori dalle mura della città, i Troiani per non offedndere gli Dei, lo portarono dentro le mura e lo collocarono vicino al tempio di Atena. Durante la notte però, dopo che tutti avevano bevuto, festeggiato, mentre la città era sepolta nel sonno, protetti dall'oscurità, i Greci, con in testa Ulisse armato fino alla gola, uscirono fuori dalla pancia del cavallo ed aprirono le porte di Troia ai compagni, i quali avevano fatto finta di andar via ma eran ritornati sulla spiaggia, davanti alle mura di troia in asse da guerra (gli archeologi oggi dicono che Troia era già stata distrutta ben nove volte; altri dicono addirittura 32 volte, percui la città oggi appare come una sorta di torta nuziale; la nuova città veniva ricostruita su quella vecchia anche per via dei numerosi terremoti di cui la Turchia è soggetta. Il tedesco Eric Shiemann; un intuitivo archeologo, dopo aver letto l'Odissea e l'Illiade di Omero, fatti i suoi calcoli, nel 1870, dopo aver chiesto al governo turco di poter scavare, scoprì il tesoro di Priamo, composto da vasi d'oro, diademi, bracciali con pietre preziose assieme ai gioielli di Elena con più di 9000 anelli, orecchini, bottoni ed oggetti d'oro).
Finita e vinta la guerra di Troia, dunque, Ulisse riparte per ritornarsene a casa, con dodici navi e 720 uomini; ma un vento del Nord, fortissimo (forse la nostra Bora) si abbatte sulle sue navi, scatenando una tempesta mai vista prima, con tuoni ed uragani spaventosi; ed ecco che dopo nove giorni di mare, Ulisse e i suoi compagni approdano sull'isola dei "mangiatori di Loto"(1), dimanticando tutto.
Riuscito a ripartire, dopo diciotto giorni, Ulisse giuge sull'isola dei "Ciclopi" (2); l'isola era piena zeppa di capre selvatiche, allevate dai giganti con un occhio solo al centro della fronte. Entrati nella caverna di Polifemo, quest'ultimo, al suo rientro dal pascolo, ingozza due a due, molti dei suoi compagni. Perciò, dopo essersi presentato col nome di "Nessuno", l'astuto Ulisse riesce ad ubriacare Polifemo col vino, che si erano portati dietro e, mentre dorme, con un palo appuntito e infuocato, viene accecato mentre dorme.
Il mattino seguente, il titano, ormai senza vista, dopo aver gridato tutta la notte "Aiuto!" ai suoi fratelli, che pensavano stesse scherzando, obbligato a dover aprire l'entrata della caverna, per far pascolare il gregge, Ulisse e i suoi compagni, legatisi con delle funi sottoil ventre degli arieti si mettono in salvo; ma salito sulla sua nave, Ulisse si prende gioco di Polifemo, il quale implora l'ira del padre Poseidone, che nopn perdonerà mai più ad Ulisse quell'offesa.
Dopo altri giorni, Ulisse approda su un isolotto, dove in cima vi è un bellissimo palazzo, in cui vive Re Eolo, Dio dei venti, insieme ai suoi sei figli; tre maschi e tre femmine, che ha fatto sposare insieme, in modo da tramandare i venti (3).
Dopo aver raccontato loro di come va il mondo, Eolo per ringraziarlo, dopo avergli fatto giurare di  non aver mai offeso nessun Dio dell'Olimpo, compreso Poseidone (bugia), gli regala un otre, raccomandandosi però di non aprirlo mai, in cui Eolo aveva imprigionato tutti i venti, eccetto Zefiro (vento leggero, che lo avrebbe aiutato a raggiungere Itaca).
Finalmente quasi rimpatriato, dopo quattro giorni e quattro notti di viaggio senza aver mai chiuso occhio, Ulisse stanchissimo, si addormenta; mentre uno dei suoi compagni, pensando che in quel sacco ci fossero chissà quali tesori, con un coltello aprì l'otre, da cui fuoriescono i  venti, che riportarono le navi di Ulisse, di nuovo in alto mare (le imbarcazioni dell'epoca erano lunghe dodici metri, larghezza di quattro-sei metri, ed avevano venti rematori circa, dieci per fiancata, un timoniere e un comandante. Erano costruite con legno di Quercia o di Abete; i remi di legno di Pino perchè più leggero. In antichità si navigava solo in estate e mai in inverno).
Arrivati sull'isola dei Lestrigoni (cannibali)(4), alcuni marinai vengono divorati e mangiati dal loro Re; mentre gli altri giganti, lanciano in mare pezzi di montagna che affondano 11 delle 12 navi, uccidendo tutto l'equipaggio, eccetto quello di Ulisse che riuscirà a tirarsi in salvo.
La nostra ciurma approda così sull'isola della maga Circe (5) e, durante la consueta perlustrazione, ventidue uomini della ciurma, entrati nel palazzo della maga, vengono trasformati tutti in maiali. Consigliato da Ermes, Ulisse mangia delle erbe che lo preservano dagli incanti della maga. Una volta incontrati però si invaghiscono l'uno dell'altra; ma grazie a degli speciali infusi della maga che Ulisse bevve, egli si dimantica tutto (moglie, compagni, patria). I due stanno assieme un anno intero fino a quando gli Dei dell'Olimpo lo spingono di nuovo a mettersi in mare. Ecco che Circe ridà forma umana ai compagni di Ulisse, il quale prima di partire si reca nell'Erebo o regno dei morti (6).
L'Ade si trova a Pozzuoli ed era un cratere vulcanico dalle esalazioni velenose.
Sacrificato un capretto il cui sangue ridona vigore alle anime dei defunti, Ulisse incontra lo spirito della madre, quello di Agamennone (nel frattempo ucciso dalla moglie dopo il suo ritorno a Micene dalla guerra di Troia) e incontra Achille, e riceve dall'indovino Teresia consigli utili per il ritorno in patria.
Durante il viaggio in mare, Ulisse e i suoi compagni incontrano le Sirene (esseri demoniaci con ali d'uccello, appollaiati sugli scogli del mare, nonostante avessero il petto, il busto, le braccia e il viso di belle ragazze). L'astuto Ulisse però, messo in guardia da Circe si era fatto mettere dei tappi di cera d'ape nelle orecchie dai suoi compagni, e si fece legare all'albero della nave, dopo aver obbligato la ciurma a fare altrettanto. Arrivati davanti alle sirene, senza alcuna protezione nei timpani, riuscì a udire quel canto ultraterreno senza andare incontro all'oblio.
Sfuggito al suono delle sirene, Ulisse attraversa uno stretto di mare passando per la Sicilia, dove abitavano Scilla e Cariddi (7), due mostri marini, che vivevano nello stretto di Messina. Il primo, Scilla, era una bellissima ninfa, trasformata da Circe, in un'essere deforme a dodici piedi e sei teste, sulle cui bocche spuntavano tre file di denti, mentre intorno alla vita, aveva file di teste di cani che abbaiavano e ringhiavano ferocemente; questa creatura orribile si nascondeva dietro a una roccia, e quando i naviganti si avvicinavano a lei, con le sue bocche se li ingurgitava  tutti. Cariddi invece, figlio di Poseidone succhiava l'acqua del mare in un vortice terrificante e lo risputava tre volte al giorno con tal violenza da far naufragare tutte le navi che navigavano.
Ulisse, dovendo passare necessariamente tra i due mostri, decide di avvicinarsi a Scilla, poichè Cariddi, avrebbe portato sicuramente a distruzione la sua nave; riuscendo a salvarsi perchè si aggrappa alla pianta di un fico che sbucava dall'acqua, ma sei dei suoi compagni perdono la vita.
Approdati sull'isola del Sole (8), Ulisse molto stanco si addormenta.
Qua pascolavano le vacche sacre al Dio Apollo, e per questo inviolabili; quando i compagni di Ulisse ne uccisero alcune per sfamarsi, Zeus dall'Olimpo si vendicò, e ripresola via del mare, Ulisse vide tutti i suoi compagni morire uno ad uno, inghiottiti dalle onde del mare. Ulisse è solo.
Rimasto completamente solo, a nuoto, Ulisse raggiunge l'isola di Ogigia (9), qua incontra una bellissima ninfa di nome Calipso, la quale si innamora di lui. I due trascorrono insieme sette anni, fino a quando Ermes dà ordine alla fanciulla di farlo ripartire, affinchè ritorni ad Itaca.
Intanto nella reggia di Itaca, Penelope, moglie di Ulisse, aspetta da venti anni giorno e notte il ritorno del Re.
I Proci, signorotti locali, assieme ai principi delle isole intorno, hanno invaso la reggia di Ulisse, perchè non vedendo rientrare il Re, si sono candidati come suoi successori e stanno obbligando Penelope a doverne sposare, per forza, uno. Per guadagnar tempo Penelope aveva messo appunto uno stratagemma, avrebbe sposato uno dei Proci, solo quando avesse finito di tessere una tela, raffigurante il viso del padre di Ulisse; tela che tesseva di giorno ma che la sfaceva di notte, di nascosto a tutti; ma nell'oscurità viene trovata mentre disfa il lavoro, quindi obbligata a dover scegliere subito il pretendente al trono.
Lasciata l'isola di Calipso con una zattera, dopo 18 giorni di navigazione, Ulisse approda sull'isola dei Feaci (fine del flashback), dove Re Alcinoo gli dà una nave, con cui torna a Itaca. Così, dopo vent'anni d'assenza, cammuffato dalla Dea Atena, sua protettrice, sotto i panni di un mendicante, Ulisse raggiunge la capanna del suo vecchio servitore Eumeo, il quale non lo riconosce, ma si lamenta della cattiveria dei Proci, che insidiano Penelope. In quella capanna Ulisse incontra il figlio Telemaco, con cui progetta la vendetta finale.
Arrivato alla sua reggia, il primo a riconoscerlo è Argo, il suo fedele cane, che muore di gioia non appena lo vede. Nella sua casa viene insultato e picchiato, dai Proci, i quali banchettano alle sue spalle con carni di capra, montone e maiale; poi Ulisse si intrattiene con Penelope che non lo riconosce, mentre la vecchia nutrice Euricea lo identifica subito per via di una  vecchia cicatrice sul ginocchio destro. Penelope propone allora una gara con l'arco di Ulisse; chi riuscirà a tenderlo e a far passare la freccia attraverso gli anelli delle scuri, otterrà la sua mano.
Nessuno di loro riesce eccetto il falso mendicante, cioè Ulisse. E' quello il momento della vendetta: Ulisse, aiutato da Telemaco e da altri due servitori fa strage di tutti i Proci e anche delle ancelle infedeli.

9 nov 2013

Letteratura

Letteratura


La letteratura è una forma di comunicazione diversa da quella ordinaria/comune: non ha fini pratici.
I suoi fini sono:
Svagare, far riflessioni, esprimere sentimenti/emozioni, sviluppa l'immaginazione, la sensibilità, ecc..
Il tutto in una forma:
Suggestiva, che colpisce, seduce, attrae, rimane impressa.
La letteratura ha tre filoni principali: testo narrativo (generalmente in prosa, raccontare storie); testo poetico (scrivere in versi, poesia); testo teatrale (per la recitazione e per la rappresentazione).
La comunicazione letteraria non necessariamente usa termini di linguaggio "alto" (parole difficili), può anzi essere forte, scurrile e dialettale purchè sia adeguata al tema e al contesto.

Narratologia

Narratologia= tutte le tecniche con cui si raccontano le storie. Un esempio di tecnica narrativa l'abbiamo con l'analessi (flashback).
Poema= lunga narrazione in prosa.
Poema Epico= poema che racconta le imprese degli eroi antichi.
Due esempi di Poema Epico:
  • Iliade: deriva da "Ilio", l'antico nome della città di Troia.
  • Odiessea: deriva da "Odisseo" il nome greco di Ulisse.
Il Romanzo
 
Una lunga narrazione in prosa si chiama romanzo; a differenza dei racconti nel romanzo ci sono più personaggi, più situazioni, più luoghi e più sviluppi temporali.
 
Il Saggio
 
E' un testo a bassissimo contenuto di fantasia; si basa su fonti, su documenti che l'autore deve indicare nella bibliografia.
 
Fonte Storica
 
E' una testimonianza scritta, orale, sotto forma di pitture, sculture, oggetti, monete, ecc..
Ci sono fonti storiche primarie e secondarie:
Le prime appartengono alla stessa epoca su cui faccio ricerca; le seconde appartengono a un periodo differente.      


Le Fiabe

  • Le fiabe raccontano una storia di fantasia che ha anche significati profondi da interpretare.
  • Le fiabe, inoltre, sono diverse dalla favola che ha una morale dichiarata e spesso presenta come  personaggi gli animali.
  •  Le origini sono lontanissime nel tempo: esse sono inizialmente tramandate oralmente. 
  • A partire dal XVII secolo e sopratutto nel 1800 alcuni autori le hanno raccolte e messe per iscritto. 
  • Iniziano con "C'era una volta in un paese lontano lontano": indicando l'imprecisione temporale (metastorica: al di là del tempo) e spaziale.
  • Sono state studiate da Vladimir Propp che ha individuato alcuni loro caratteri ricorrenti.