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21 mag 2014

Le Imprese e lo Stato

Imprese e Stato

Produzione: si intende l'insieme delle operazioni, semplici o complesse, attraverso le quali si produce un bene trasformando altri beni.
Imprenditore: è colui che esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o servizi.
Sono isolabili 2 elementi caratterizzanti:
  1. Iniziativa: potere economico di organizzare l'impresa, di indirizzarne l'attività decidendone la politica economica, e di dirigere la produzione;
  2.  Rischio Economico: sopportazione di tutti gli oneri inerenti alla conduzione dell'impresa, ed il compenso per tale rischio costituisce il profitto imprenditoriale (plusvalore tra ricavo e costi di produzione).

In forza dello status di imprenditore, il soggetto ha particolari responsabilità – dirittidoveri riferiti esclusivamente alla sua attività. Si distingue l'obbligo di tutelare le condizioni di lavoro dei propri dipendenti (integrità fisica e morale), affiancato al diritto alla direzione dell'impresa espresso dalla posizione gerarchica sopra i dipendenti, ed in collegamento con il particolare regime pubblicistico particolare e necessario a garanzia di coloro che per ragioni economiche entrano in rapporti con l'imprenditore.

L'attività d’impresa può essere svolta in ambito agricolo o commerciale, con dimensioni grandi, medie o piccole, come attività pubblica o privata, in forma individuale o collettiva attraverso una società.

L’attività di produzione viene tradizionalmente suddivisa in tre settori, che a grandi linee rappresentano anche l’evoluzione del sistema economico. Questi tre settori produttivi tradizionali sono: 
  • Settore primario
  • Settore secondario
  • Settore terziario
Settore primario comprende tutte le attività che consistono nell’utilizzo delle risorse naturali senza apportare ad esse trasformazioni particolarmente rilevanti. Rientrano pertanto in questo settore le attività di coltivazione della terra, dell’allevamento, della silvicoltura, la pesca, la caccia, l’estrazione di materiali dal suolo (miniere, cave, torbiere,  giacimenti…).

Il Settore secondario è formato dalle imprese che si occupano della trasformazione materiale delle risorse naturali o di altri fattori produttivi in beni destinati al consumo oppure all’impiego in ulteriori processi produttivi. Questo settore, sviluppatosi in Europa a partire dalla metà del 1700 (con la cosiddetta “rivoluzione industriale”), comprende numerose attività molto diversificate. In esse si comprendono tutte le attività a carattere industriale: meccanica, tessile, elettrica, edile, aerospaziale, chimica, alimentare, siderurgica…

Il Settore terziario comprende tutte le attività di produzione di servizi. Rientrano quindi in questa categoria le attività commerciali, di trasporto, bancarie, assicurative, di consulenza, di pubblicità, le attività turistiche e alberghiere, ecc… 

Il settore terziario, tipico delle economie avanzate, si è notevolmente ampliato soprattutto negli ultimi decenni, tanto che, per moltissimi studiosi, ha ormai dato origine ad un quarto settore, nato ovviamente come “appendice” del terziario. Si tratta di settore definito “terziario avanzato” e costituito da tutte le imprese che fanno ampio uso delle più moderne tecnologie informatiche e telematiche (ITC=Information and Communication Tecnology). Rientrano in questo “quarto settore” tutte le imprese che si occupano della realizzazione di software, della progettazione informatica, dell’elaborazione di progetti di automazione, ma anche chi opera nell’e-commerce (commercio elettronico).
Rientrano quindi in questo settore le imprese della cosiddetta “new economy“.

In tutti i paesi avanzati, il terziario è il settore principale, cioè il settore con il maggior numero di addetti e anche quello che garantisce più
elevati livelli di valore aggiunto. Secondo la nota legge di Colin Clark, al progredire di una economia il peso relativo di ciascun settore diminuisce a vantaggio del settore successivo. Ciò significa che con il progresso e la crescita economica, dapprima il settore
agricolo vedrà ridursi il suo peso relativo a vantaggio del settore secondario.
Quindi, anche quest’ultimo perderà peso relativo a vantaggio del terziario.

Taylorismo: Organizzazione scientifica del lavoro, ideata dall'ingegnere americano F.W. Taylor (1856-1915), basata sulla razionalizzazione del ciclo produttivo secondo criteri di ottimalità economica, raggiunta attraverso la scomposizione e parcellizzazione dei processi di lavorazione nei singoli movimenti costitutivi, cui sono assegnati tempi standard di esecuzione. Più genericamente, il termine indica tutti gli aspetti di un lavoro, sia manuale sia impiegatizio, organizzato secondo criteri ripetitivi, parcellizzati e standardizzati.

Fattori produttivi 
 
Tutti quei fattori che rendono possibile la produzione: materie prime, personale... 

Partendo dal presupposto che ad ogni singolo fattore corrisponde un costo, un'opportuna ricerca per utilizzare la migliore combinazione di fattori produttivi è necessaria per poter determinare la soluzione più economica e allo stesso tempo più redditizia possibile per l'azienda.
I tre fattori produttivi dell'economia marginalista sono: 
  • Terra o Natura, che è il complesso delle risorse naturali (terra, acqua, ecc) che contribuiscono al processo produttivo;
  • Lavoro, che è l'attività umana e intellettuale che concorre con gli altri fattori della produzione di beni e servizi;
  • Capitale, che è il complesso delle risorse materiali prodotte dal lavoro nel corso dell'investimento; risorse necessarie per avviare l'attività produttiva. 

Ad ognuno dei tre fattori corrisponde un tipo distinto di prezzo o remunerazione: rispettivamente, la rendita, il salario e l'interesse. 

Alcuni economisti distinguono il Lavoro salariato dall'Imprenditoria, caratterizzata da rischio elevato e compensata dal profitto. 

Lo Stato può essere considerato un ulteriore fattore produttivo: assicura i servizi e le strutture di base indispensabili per esercitare l'attività produttiva. Alcune analisi lo definiscono piuttosto un "fattore protettivo" o "mezzo di protezione".

Le aziende, ai fini della concessione di aiuti alle attività produttive ed in base alla normativa comunitaria e al decreto ministeriale di recepimento del 18 aprile 2005, sono classificate come segue:
  • micro impresa, se presenta un fatturato annuo o totale attivo di bilancio inferiore a 2mln di euro e meno di 10 dipendenti;
  • piccola impresa, fatturato o totale attivo compreso tra 2 e 10mln di euro e  dipendenti tra 10 e 49;
  • media impresa, se ha un fatturato tra 10 e 50mln di euro oppure un totale di bilancio tra 10 e 43mln di euro e meno di 250 dipendenti;
  • grande impresa, se supera i limiti del precedente punto.





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